Al Teatro Stabile del Classico, Isabel Russinova, elegante e sensibile interprete di figure femminili antiche e contemporanee, dà voce a una nobile donna etrusca, influente nella vita politica di Roma, che tuttavia non ha goduto di fortuna letteraria.
Dotata di prorompente personalità, aristocratica, colta, prototipo della donna etrusca libera, emancipata e in grado di svolgere un ruolo nella società, Tanaquilla sceglie di sposare uno straniero, il greco Lucumone, nel quale aveva intuito doti superiori che potevano trasformarlo in un re. Intelligente e ambiziosa, è dotata del dono del vaticinio, che utilizza sempre a favore delle sue smisurate aspirazioni.
Non potendo il marito, straniero, aspirare a cariche politiche a Tarquinia, lo convince a lasciare la città per trasferirsi a Roma ancora alla ricerca di una propria fisionomia. Guidando personalmente il carro carico di beni preziosi, il prodigio dell’aquila che sul Gianicolo strappa il cappello dalla testa di Lucumone e, dopo un ampio volo glielo ripone sul capo, viene interpretato da Tanaquilla come un’investitura regale.
Saggiamente sostenuto dalla moglie, Lucumone, assunto il nome di Lucio Tarquinio, si fa apprezzare per le sue doti civili e militari dal re Anco Marzio. Le sue vittorie su Sabini, Latini ed Etruschi gli conquistano il favore popolare, tanto da essere acclamato re alla morte di Anco Marzio. Tarquinio Prisco, quinto re di Roma e primo di ascendenza etrusca, persegue una politica illuminata di riforme e grandi opere pubbliche per avviare Roma verso i fasti futuri, dotandola di una identità politica, civile ed artistica. Utilizza i bottini di guerra delle città sconfitte per dotare la città di mura, realizza la cloaca massima prosciugando le paludi dove fa installare il mercato (il futuro Foro) da cui si dipartono varie strade lastricate, edifica edifici monumentali, avvia il tempio di Giove Capitolino, introduce i riti e le cerimonie che a Tarquinia denotano l’autorità quali i fasci littori, le porpore ricamate, la corona con lo scettro e il trono, la celebrazione del trionfo sul carro dorato trainato da quattro cavalli. Amplia la classe dei cavalieri e delle centurie, riforma lo Stato, destina il Circo Massimo alle corse dei cavalli, istituisce i Ludi romani, dà impulso alle arti, lanciando Roma nella corsa alla supremazia su Tarquinia.
Dopo 38 anni di regno viene ucciso dai figli di Anco Marzio che lo considerano un usurpatore. Ma l’intelligenza e l’astuzia di Tanaquilla prevalgono: occultando la morte del re fa credere che egli abbia nominato reggente ad interim il genero Servio Tullio, figlio di una schiava della regina che continua così, nell’ombra, a svolgere un ruolo di insostituibile consigliera.
Aristocratica, altera, appassionata, Tanaquilla indossando la tunica e agghindata alla foggia etrusca, nella tragica notte dell’assassinio del re ne racconta in un lungo flashback la straordinaria avventura ed elabora l’astuta decisione di far credere che egli sia sopravvissuto ed abbia designato un reggente, per realizzare il suo personale disegno politico.
La Russinova attrice, drammaturga, scrittrice, è da tempo attenta alle tematiche sociali e alla difesa dei diritti umani, avendo sviluppato un focus sulle figure femminili che hanno connotato le vicende politiche e sociali di varie epoche esprimendo una forte personalità. Insignita di premi e riconoscimenti per la sua azione culturale, è l’autrice del volume “Reinas, storie di grandi donne” da cui è estratto il personaggio di Tanaquilla.
La regia di Rodolfo Martinelli Carraresi e le scene e i costumi di Wilma Lo Gatto esaltano l’immagine che si staglia su un fondo colorato dal disegno luci R.M.C., accompagnata dalle musiche di Antonio Nasca.
Lo spettacolo ha il patrocinio dell’Accademia Tiberina, del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma, del Museo Nazionale Etrusco Guarnacci di Volterra, del Festival Internazionale del Teatro Romano Volterra e del MACT.