E non solo |
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Un uomo… “un po’ strano”, un uomo… “pacifico” e una donna come “un’ombra che passa in lontananza” sono i tre protagonisti del capolavoro di Pirandello L’uomo dal fiore in bocca.
Nel 1922 Anton Giulio Bragaglia chiese a Pirandello di scrivergli qualcosa per il “Teatro Sperimentale degli Indipendenti”. Pirandello riprese “integralmente” il testo di una sua novella Caffè Notturno, scritta nel 1918, pubblicata, poi, col titolo La morte addosso nelle “Novelle per un anno”. Il titolo della novella trasformata in testo per il teatro diventò L’uomo dal fiore in bocca, ed è il più breve di tutta l’opera di Pirandello. Forse l’opera più folgorante. Un capolavoro.
Il breve “atto unico” l’ho interpolato con “pezzi” di novelle che affrontano il tema (fatale per Pirandello) del rapporto tormentato tra marito e moglie (“…si dovrebbe dire La marito e, per conseguenza, Il moglie…”) che viene visto col distacco di un’ironia che rende i personaggi vicinissimi a noi.
Così questa “donna che passa da lontano” e che forse è il simbolo – lei – di quella “morte” che l’uomo si porta appresso “come un’ombra” diviene, in questa “drammaturgia”, la protagonista invisibile dei “guai” grandi e piccoli ma pur sempre “inguaribili” dei due protagonisti.
Ma può l’uomo rinunciare alla donna?
Il simbolo del sesso femminile come “un’albicocca spaccata a metà e spremuta…” è una delle immagini più sconce ed erotiche del Teatro di tutti i tempi.
No. L’uomo non può proprio fare a meno della donna. La sua malattia mortale.
Gabriele Lavia
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PREZZO
intero: prime file 40€ / II e III settore 32€ / IV settore 25€; over65/under26: II, III, IV settore18€; convenzioni: II, III settore 22,50€ / IV settore 18€; prevendita 1,50€
ORARI
lun un riposo; mar, sab h 20.30; mer, ven h 19.45; gio h 21.00; dom h 16.00
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