di: William Shakespeare
traduzione: Salvatore Quasimodo
con: Lucia Lavia, Antonio Folletto e Alessandro Preziosi
regia: Andrea Baracco
produzione: Alessandro Preziosi, Tommaso Mattei e Aldo Allegrini, in coproduzione con KHORA.Teatro e TSA Teatro Stabile d’Abruzzo
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Seguendo il filone degli appuntamenti shakespeariani estivi, che hanno avuto un grande riscontro da parte sia del pubblico che della critica nazionale, la fondazione del Teatro della Toscana ha deciso di mantenere vivo questo interesse dando continuità al progetto “Grandi Classici” ed investendo su un vasto pubblico popolare, ma con l’attenzione ad un nuovo confezionamento editoriale, che unisce la classicità dei testi ad un raffinato e corretto utilizzo di apparati tecnologici comprendenti soluzioni multimediali innovative, ma sempre contestualizzate.
Così, rifacendosi alla traduzione di Salvatore Quasimodo, la compagnia KHORA.Teatro, fondata da Alessandro Preziosi, Tommaso Mattei e Aldo Allegrini, per la regia di Andrea Baracco porta in scena “Romeo e Giulietta”, la storia d’amore per antonomasia, un dramma universalmente conosciuto, immortale e senza tempo.
Anche se nella “realtà della finzione” il tempo esiste, ed ha un ruolo fondamentale: il tempo è un’ossessione, smuove i personaggi principali, li rende prede di sé, sempre in movimento in una corsa frenetica contro i minuti che scorrono, le ore che mancano: in quattro giorni d’estate tutto accade, la situazione degenera in maniera imprevedibile e fulminea. Questa psicosi del tempo dipende anche dal fatto che Shakespeare mette in scena due ritmi profondamente diversi: da una parte i giovani, che si muovono in un ritmo incalzante, dall’altra gli anziani delle famiglie rivali, scanditi da un ritmo più lento e cadenzato. L’universo adulto osserva infatti, impassibile, il dimenarsi forsennato dei propri figli fino alla loro prematura fine.
Un po’ al di fuori di queste due estremità si colloca la figura di Mercuzio: egli è il fool dell’opera. Rappresenta una figura che Shakespeare riesuma dal teatro classico e dagli spettacoli di corte e che diviene uno degli elementi più caratterizzanti del teatro del drammaturgo inglese: è il portatore di saggezza e follia, di dabbenaggine e scaltrezza; il suo compito è di stemperare la tensione con le arguzie e di far emergere il senso dal nonsense, oltreché di fornire uno sguardo oggettivo e metateatrale sulle vicende dell’opera. La sua arma è un’affabulazione straripante, ricca di doppisensi, giochi di parole, paradossi. Attraverso la morte di questa figura si rompe la storia, la vicenda amorosa si incanala nel filone della tragedia.
Mercuzio è imponente sulla scena (pur essendo un personaggio secondario): Baracco fa di lui un individuo ambiguo, che percepisce la sua inadeguatezza e si rifugia nella sua follia rincorrendo versi e costruendo monologhi ricchi di doppi sensi e giochi di parole. Alessandro Preziosi lo interpreta indossando le vesti della tragedia stessa, rendendogli omaggio con movenze sensuali, un linguaggio vizioso (a volte quasi osceno), ed una mimica che porta il personaggio fuori dal palcoscenico. È talmente potente sulla scena che Romeo e Giulietta, appaiono quasi in secondo piano, spesso distanti. L’interpretazione di Antonio Folletto e Lucia Lavia ci regalano un Romeo esuberante, sempre in movimento, ed una Giulietta più statica, matura, drammatica e decisa, più donna che ragazza adolescente.
La sperimentazione registica di Andrea Baracco mette in discussione il testo a vantaggio della libertà inventiva della messinscena: le componenti scenografiche, musicali, gestuali, visive e foniche hanno un ruolo ancor più fondamentale dell’ingrediente letterario stesso, risultando spiazzanti, magari, ma di sicuro effetto.
Giovedì 9 febbraio ore 18.00: incontro con la compagnia, presso il foyer del Teatro della Pergola – Ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili.