Un teatro pienissimo quello della Corte di Genova, dalla platea alla galleria, e un pubblico costituito da tante donne e anche qualche uomo innamorato: va in scena “Femminile Plurale II”. Da quel lontano 8 marzo 1909, la festa della donna ha perso pian piano il suo significato, diventando un semplice giorno in cui regalare mazzi di mimosa. Il Teatro Stabile di Genova, invece, vuole dedicare questo spettacolo a tutte quelle donne che hanno cambiato il mondo e ci racconta le storie di cinque “cattive ragazze”. Cattive perché hanno avuto il coraggio di ribellarsi e di prendere in mano la propria vita. È proprio grazie anche a queste cinque che oggi noi donne siamo più libere: libere di scegliere chi sposare, di intraprendere la carriera dei nostri sogni, di essere alla pari di un qualsiasi uomo.
Grazie alla splendida Alma Mahler, che con il suo fascino ha reso grandi i suoi tanti corteggiatori: da Gustav Klimt, che di certo penserà al loro amore contrastato nel realizzare le sue donne languide, al marito Gustav Mahler, con cui rivaleggia per la composizione musicale, dall’amante Walter Gropius, famosissimo architetto, alla relazione con Oskar Kokoschka, pittore espressionista che realizzò i suoi più grandi capolavori nella speranza di rivederla, fino all’ultimo matrimonio Franz Werfel, scrittore che sempre al suo fianco divenne celeberrimo. Lei esercitò soltanto l’arte di essere amata, mettendo da parte il suo talento in una Vienna in cui non era così vero che le donne potessero fare tutto quanto, ma ispirando quello dei suoi spasimanti.
Grazie a Emma Cristina Bellomo, che come Cenerentola, da lavandaia si è trasformata in contessa. Ma qui non c’è nessun principe, nessuna fata madrina o scarpetta di cristallo. In questa storia, l’eroina è proprio lei che dal suo piccolo paesino di Apricale, si è sposata con un muratore, costretto a fuggire in Tunisia, però, poiché creava soldi falsi. Rimasta sola, diventa la cameriera di un conte francese che, morto avvelenato, le lascia un’immensa eredità con cui gira le corti d’Europa, fino ad arrivare a quella dello zar. Diventa una delle sue spie finché un mistero non la riporta in Italia, in una grande villa. Villa dove anni dopo verrà uccisa dal marito, incredulo, poiché la ritrova ricca, felice e contenta senza di lui e senza aver bisogno dell’aiuto di qualche uomo.
Grazie a Franca Viola, che rapita e violentata dal mafioso Melodia, fu la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. La prima a dire no a secolari tradizioni, la prima a metter e la propria dignità davanti all’onore della famiglia, la prima che causò numerosi dibattiti parlamentari fino all’abrogazione della legge che stabiliva l’assoluzione del colpevole in caso di matrimonio tra autore del reato e vittima: la legge venne abrogata nel 1982, a sedici anni dal suo rifiuto, mentre lo stupro verrà considerato reato contro la persona e non contro la morale soltanto nel 1996!
Grazie a Lina Volonghi, che ha scelto di fare l’attrice e ci ha regalato grandi emozioni, rivendicando il diritto di fare ciò che ci appassiona e non quello che vorrebbe la nostra famiglia.
Grazie a Diana Spencer, la principessa più amata al mondo che ha dimostrato che la realtà non è una favola e dentro un palazzo reale si possa stare scomodi. Eppure ha trovato la forza di aiutare tantissime persone, nonostante soffrisse di terribili attacchi di anoressia e bulimia. Se in Italia si è iniziato a parlare di disturbi alimentari, è proprio a causa sua.
E oggi festeggiamo l’8 marzo per non dimenticarci di questi esempi, per essere forti e agguerrite. Dobbiamo continuare a pretendere quello che è giusto per noi senza cedere a compromessi, a dire no a qualsiasi tipo di violenza, fisica o psicologica, a lottare per i diritti che sono costati tanto sacrificio… Grazie ai simpatici interpreti, alle splendide voci del Conservatorio e a questo spettacolo, dunque, che ci fa ritrovare il coraggio e l’orgoglio di essere donne!
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Regia: Lazzaro Calcagno
Autore: Gianna Schelotto, Lazzaro Calcagno, Alessandro Cassinis
Interpreti: Mauro Pirovano, Federico Vanni, Orietta Notari
con la partecipazione di Gianna Schelotto, Alessandro Cassinis
e con interventi musicali a cura del Conservatorio N. Paganini
musiche di Alma Mahler, Georges Bizet, Kurt Weill, John Barry, Elton John…
voci Camilla Biraga, Dina Eldemardasch, Luana Lauro, Mila Ogliastro
al pianoforte Natalia Pyataeva, Susanna Traverso