“Non posso imporre a Dario Franceschini un amore per il teatro che forse non ha. Posso però riportarlo alle sue responsabilità di ministro. Far chiudere l’Eliseo, un’istituzione più longeva anche del Piccolo, significa infliggere una coltellata mortale a una città dolente come Roma. Il teatro Eliseo è storia”.
Questo l’appello accorato di Luca Barbareschi che due anni fa aveva messo anima e corpo (e denaro) nella riapertura e nel rilancio dello storico Teatro Eliseo. E a distanza di due anni il sogno sembra destinato ad infrangersi: il direttore del teatro romano ha voluto convocare d’urgenza una conferenza stampa per spiegare le ragioni del rischio chiusura della storica sala romana che il prossimo anno avrebbe dovuto festeggiare il centenario.
“Voglio confermare che in ogni caso il teatro resta aperto fino alla fine della stagione. Andremo avanti fino alla chiusura della stagione, ad onore dell’impegno preso con il pubblico, con gli abbonati e con le compagnie, non possiamo e non vogliano perpetrare la stessa truffa della precedente gestione. È ovvio che senza i finanziamenti pubblici attesi e dovuti, andare avanti diventa una missione impossibile”
Il nodo è proprio questo: dopo aver concluso la stagione in corso, la sala è destinata a chiudere a seguito dell’annullamento dell’emendamento del Milleproproghe che gli avrebbe garantito un finanziamento di 4 milioni. Ente contemporaneamente pubblico e privato, il Teatro Eliseo, privato dei finanziamenti pubblici (ne ha ricevuti solo 481mila) non può restare aperto perché i costi diventano insostenibili.
“Caro Franceschini, siamo nelle tue mani. Non esistono bacchette magiche, ma strumenti ministeriali per aiutare il teatro. Lo avete fatto per 50 anni, a volte con forse con leggerezza. Ma altrimenti l’Eliseo non sopravviverà“. Tutto era cominciato qualche giorno fa quando Barbareschi aveva lanciato un appello al Ministro della Cultura chiedendo di mantenere le promesse di due anni fa fino a questo momento eluse.
“So del coraggio e della passione che Barbareschi ha messo nel rilancio dell’Eliseo e apprezzo anche la qualità della programmazione. Conosco anche le difficoltà economiche del Teatro ma non sono dotato di bacchetta magica, Io posso operare solo nell’ambito della legge e delle regole del Fus. Dentro queste regole, e soltanto dentro queste regole, farò il possibile, come mi auguro si impegnino a fare gli altri livelli istituzionali e soprattutto quei privati che hanno a cuore il futuro di un grande teatro romano” era stata la replica del Ministro. Anche se si resta in attesa della controreplica del Ministro dopo l’accorato appello di Barbareschi.
“Se non saranno rispettati i patti, tra due o tre giorni il Teatro Eliseo chiude, anche se fa il tutto esaurito” aveva annunciato Luca Barbareschi a ridosso della convocazione della conferenza stampa dove ha spiegato, dati alla mano, che l’Eliseo non può usufruire neppure dell’art bonus, destinato solo alle fondazioni liriche, e che riceve finanziamenti miserrimi rispetto ad altre realtà teatrali dal Mibact forse anche meno produttive.
“Ma nessuno dei teatri italiani intende boicottare l’Eliseo – conferma Barbareschi – solo lo Stato vuole farlo”.
E se in serata è arrivata la precisazione della Direzione Generale dello Spettacolo: che parla di un “sostegno dal Mibact per oltre 1,2 milioni di euro in due anni” all’Eliseo, esattamente come ”nella media degli altri Teatri di Rilevante Interesse Culturale’‘, la situazione resta confusa con il rischio concreto della chiusura della sala romana.