Dopo i successi di “Arancia meccanica” e “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, con “Il giocatore”, di scena al Teatro Bellini di Napoli fino al 26 marzo, si conclude la “Trilogia della libertà”. Tre spettacoli, prodotti dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, per indagare la malattia, la nevrosi, la dipendenza che è alla base della perdita di se stessi. Dopo la violenza di Arancia Meccanica e l’ospedale psichiatrico di Qualcuno volò sul nido del cuculo, tocca ora alla parola di Fëdor Dostoevskij farsi azione scenica ricreando sul palco l’ossessione del gioco.
E come può un romanzo farsi rappresentazione se non attraverso la messa in scena della sua stesura? È proprio questa l’intuizione felice di Vitaliano Trevisan, che ha adattato il romanzo del “Dosto” (così definito dallo stesso Trevisan nelle note) facendo vivere al pubblico la fase di stesura. La trama de “Il giocatore” è ben nota: protagonista è Aleksej Ivànovic, precettore presso la famiglia di un vecchio generale innamorato di una giovane francese, mademoiselle Blanche. Ad attrarre Aleksej è Polina Aleksàndrovna, figliastra del generale. Anche Mr. Astley, un ricco inglese, è innamorato di Polina, mentre quest’ultima spasima per il francese des Grieux. Famiglia economicamente precaria quella del generale, che aspetta dalla Russia la notizia della morte della “baboulinka”, Antonida Vasil’evna, l’anziana nonna.
Se nota è la trama, meno nota è la storia che ha portato alla genesi del romanzo. All’epoca della stesura Fëdor Dostoevskij era incalzato dai creditori per i suoi debiti di gioco. Per pagarli aveva stipulato un contratto con l’editore Stellovskij, nel quale si impegnava a cedere per nove anni i diritti sulle sue opere se non avesse prodotto un nuovo libro da dare alle stampe entro il novembre 1866. Solo ad ottobre di quell’anno però il Dosto decise di avvalersi dell’aiuto di una giovane stenografa, Anna Grigor’evna. In soli 28 giorni l’autore terminò la stesura del romanzo vincendo la sua sfida contro il tempo. Galeotto fu il romanzo. Si innamorò di Anna e dopo pochi mesi la sposò. Pagine autobiografiche dunque.
In scena vediamo due giocatori: Aleksej Ivànovic e lo stesso Dostoevskij. Interpretati da Daniele Russo, i due sono facce di una stessa medaglia e mettono in scena l’ossessione del gioco e il sottile piacere, e non la brama di denaro, che spinge il giocatore a continuare a puntare, “per provare qualcosa deve solo giocare”.
Ad accogliere il pubblico sono le parole di un croupier che capovolgendo una clessidra scandisce i tempi dell’azione scenica e della creazione. Ai lati del palco due piccoli scrittoi. La Anna/ Polina è intenta a seguire il dettato dell’autore, mentre dietro due veli scenici (di impatto l’impianto di Roberto Crea) i personaggi appaiono come fantasmi e si materializzano dalla finzione narrativa a quella scenica. Altrettanto simbolici i numeri colorati proiettati e l’arrivo della baboulinka scandito dal piombare in scena di un binario del treno. Simboli scelti dal regista Gabriele Russo che ha puntato sulla “sospensione”, la stessa che prende il giocatore quando è in attesa di sapere su quale numero cadrà la sua pallina. Sospeso è il tempo dell’azione, sospesi sono i sentimenti dei personaggi e lo stesso giocatore che dice di “non avere forma”.
Buona la prova attoriale e gradevole la nota comica che si avvia con l’arrivo della nonna, più lento il finale. Molto applaudita la prima.
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Dal 14 al 26 marzo 2017
Il giocatore
da Fëdor Dostoevskij, adattamento Vitaliano Trevisan
regia Gabriele Russo
con
Daniele Russo – Aleksej/Fëdor Dostoevskij
Marcello Romolo – Il generale
Camilla Semino Favro – Polina/Anna Grigor’evna
Paola Sambo – Baboulinka
Alfredo Angelici – Mr. Astley
Martina Galletta – M.lle Blanche
Alessio Piazza – il croupier
Sebastiano Gavasso – De Grieux
scene Roberto Crea
costumi Chiara Aversano
disegno luci Salvatore Palladino
movimenti scenici Eugenio Dura
aiuto regia Eugenio Dura/assistente di produzione Noemi Ranaulo/direttore di allestimento Antonio Verde/capo macchinista Generoso Ciociola/datore luci Salvatore Palladino/sarta Anna Marino/trucco Vincenzo Cucchiara per BioNike/additional music Massimiliano Pace/realizzazione scene Retroscena S.r.l–Napoli/realizzazione costumi Sartoria Bi.Mi – Roma, Barbara Pistolesi, Laura Milite/service luci e fonica Megaride S.A.S-Napoli/trasporti Porcacchia-Roma/elaborazione grafica Raffaele De Martino su bozzetto originale di Chiara Aversano/foto di scena Francesco Squeglia/ufficio stampa Katia Prota/coordinamento organizzativo Alessandra Attena/distribuzione Patrizia Natale
organizzazione generale Roberta Russo
coproduzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Catania
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Orari: da martedì a sabato ore 21 – domenica ore 18 (NB. mercoledì 15 e sabato 18 marzo ore 17.30)
Prezzi: da 14 a 32 euro. Riduzioni e agevolazioni a norma di legge
Durata: 2h compreso intervallo
Info e prenotazioni: botteghino 081 5499688, botteghino@teatrobellini.it – www.teatrobellini.it