Sabato 18 marzo alle 17.30 nell’Aula Magna della Sapienza (Città Universitaria, Palazzo del Rettorato, Piazzale Aldo Moro 5, Roma) si conclude il ciclo della IUC intitolato “Esplorando Beethoven” col Quartetto di Cremona, iniziato nel 2013. Un concerto da non perdere per chi ha già seguito questo progetto e un’occasione per approfittare dell’ultimo appuntamento per chi invece abbia perso i precedenti. Era dai tempi del leggendario Quartetto Italiano che l’Italia non aveva un quartetto d’archi famoso e ammirato a livello internazionale come il Quartetto di Cremona, che è ancora giovane, essendo stato fondato nel 2000 presso l’Accademia Stauffer di Cremona, dove i quattro musicisti stavano perfezionandosi. Pur avendo base a Genova, hanno dunque scelto il nome del quartetto in omaggio alla città in cui hanno studiato e in cui Stradivari ha creato i migliori violini di ogni epoca.. Il Quartetto di Cremona è considerato uno dei migliori interpreti attuali di Beethoven, di cui sta incidendo tutti i Quartetti; questa interpretazione è stata così recensita da BBC Music Magazine, il più importante mensile musicale inglese: “Questo è il più emozionante nuovo disco di un quartetto d’archi che mi sia capitato di ascoltare da molto tempo in qua, esecuzione stupenda”. E ha avuto parole di grande apprezzamento da tutta la stampa, nazionale e internazionale: “Un ensemble formidabile” (International Record Review), “Ampiezza di suono e virtuosismo combinati con perfetta intonazione e insieme” (Gramophone), “Il loro modo di suonare era così semplice, pulito, frizzante e pieno di verve, che semplicemente sentivi di essere in mani sicure” (Evening Post).
Il titolo “Esplorando Beethoven” vuole indicare che all’interno dei diciassette quartetti di Beethoven non si segue un percorso banalmente cronologico ma vengono accostati alcuni quartetti di vari periodi, in modo di illuminare meglio i diversi aspetti della personalità e dello stile di questo gigante della musica. Sono in programma tre Quartetti che rappresentano perfettamente i tre periodi in cui si può dividere la straordinaria parabola artistica di Ludwig van Beethoven.
Il Quartetto in si bemolle maggiore op. 18 n. 6 fa parte del primo gruppo di quartetti, composti nel 1798-1800. Vi si riconosce il lascito costituito dai grandi e ancora recentissimi capolavori di Mozart e di Haydn, ma già affiora prepotentemente la personalità di Beethoven nella ricchezza tematica, nell’incisività ritmica, nei vigorosi contrasti dinamici, nell’effusione lirica dei movimenti lenti.
Il Quartetto in mi minore op. 59 n. 2 ” Rasumowsky” è uno dei tre dedicati all’ambasciatore russo a Vienna. Scritto in contemporanea alla Sinfonia “Eroica” e alla Sonata “Appassionata”, è un’opera rivoluzionaria, per la forte drammaticità, i contrasti tra i temi, l’ampiezza delle dimensioni e l’audacia della forma.
L’ultimo brano di questo conserto e dell’intero ciclo è anche il punto di arrivo dell’arte di Beethoven, il suo ultimo sublime capolavoro, il Quartetto in fa maggiore op. 135, composto nel 1827, l’anno della sua morte a soli cinquantasei anni. Questa musica offre un clima luminoso, sereno, quasi contemplativo, su cui aleggia anche un enigma insoluto. All’inizio dell’ultima parte, in tempo “Grave“, Beethoven ha infatti scritto “Muss es sein? Es muss sein!” (Deve essere? Deve essere!) e sul reale significato di questo messaggio gli studiosi non hanno ancora trovato un accordo.
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BIGLIETTI:
Interi: da 15 euro a 25 euro
Giovani: under 30: 8 euro; under 18: 5 euro
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