Francesco Apolloni scrive a vent’anni questo testo che scortica l’anima dei personaggi, mettendone a nudo l’attitudine alla corruzione per soddisfare un’insaziabile bramosia di potere. Presentato nel 1992 al TodiFestival, interpretato da Pino Quartullo, Lucrezia Lante della Rovere, Marianna Morandi e lo stesso Apolloni, riscosse un indiscutibile successo in tutti i teatri, cui contribuirono la scrittura incalzante e lo sguardo impietoso sulla politica.
A distanza di venticinque anni sembra scritto oggi, attuale e spietato nel rappresentare una classe politica giovane e rampante che persegue interessi corporativi o personali calpestando ogni ideale.
In un albergo di lusso, la notte che precede l’elezione del Segretario giovanile di un partito politico, quattro giovani pianificano le strategie per la scalata al ruolo, disposti a qualunque nefandezza. Ubriachi di smania di potere preparano discorsi populisti da ammannire agli elettori, cronometrando i tempi e le pause ad effetto, scegliendo con cura gli slogan propagandistici. Amorali e cinici, in preda ad un delirio di onnipotenza si sfidano in una partita a risiko, metaforica e reale, per conquistare consenso clientelare, schierando carri armati per abbattere esseri umani.
Cade nella trappola una sprovveduta cameriera che resterà travolta dagli eccessi di un festino di droga e sesso, cui partecipa anche un loro amico d’infanzia.
L’impianto drammaturgico prevede nel primo atto la pianificazione delle strategie ricorrendo a un linguaggio scanzonato e umoristiche battute nel gergo giovanile farcito di scurrilità e scherzi goliardici che sottendono atteggiamenti puerili. Nel secondo atto la tensione sale, la sfida diventa realistica e spietata, preludendo al dramma.
Stupì nel ’92 la profondità di visione di un giovanissimo Apolloni in grado di cogliere la crudele ipocrisia di cui potevano essere capaci i suoi coetanei smaniosi di affermazione, stupisce oggi l’estrema attualità del tema. Nulla di nuovo sotto il sole.
Convincenti e ben amalgamati gli interpreti, Luigi Pisani nel ruolo di Alex privilegiato figlio di papà, Antonio Monsellato è l’esibizionista Simone, Andrea Bizzarri il giocherellone Arturo, Guenda Goria è altera ed efficiente nel ruolo di Claudia, Giulia Rupi è l’ingenua cameriera e Tommaso Cardarelli l’imprevedibile Giulio.
La regia di Vanessa Gasparri rende dinamici e veloci gli eventi, che si svolgono anche contemporaneamente nelle tre stanze in cui la scenografia di Katia Titolo ripartisce lo spazio, dove si muovono i protagonisti, dapprima alleati e irresponsabili, poi tutti contro tutti nell’eludere le responsabilità. La scena più violenta è offuscata dalle luci stroboscopiche che amplificano la tensione. Le musiche sono di Jonis Bascir.