Ieri, nel suggestivo Teatro “Il Cestello” di Firenze è andata in scena la prima di “Processo a Pinocchio”, una commedia musicale dall’anima noir.
È una pièce che stimola nella platea le più svariate emozioni: si articolano sul palcoscenico scene comiche e drammatiche, con retroscena psichiatrici e angoscianti.
I dialoghi comici, le indagini, i delitti e le confessioni sono intervallati da momenti musicali, (con un eccellente Federico Zylka, sulla scena al pianoforte) con canzoni che dimostrano le stupefacenti capacita sonore, oltre che di recitazione, del cast.
Tutto inizia con l’assassinio dello psicoterapeuta, che all’apice del surrealismo, indagherà sul suo stesso omicidio. In scena convivono svariati personaggi, a volte dalle sfumatore caricaturali, a volte macchiette, a tratti dalla torbida e turbata profondità psicologica. Si assiste ad una carrellata di personaggi dalla psiche drammaticamente turbata: bipolarismo e cleptomania, dipendenza dal gioco e dipendenza dal sesso.
Il protagonista è Pino (Cristian Ruiz), marito, figlio, amante etero e amante omosessuale, ossessionato dalla figura materna.
Lui, insieme a tutte le figure che lo circondano nel quotidiano, è il maggiore sospettato.
Nella ridente località di Collodi si sono consumati atroci omicidi a sangue freddo, apparentemente senza movente. Le indagini procedono, il nodo si stringe.
Chi sarà l’atroce assassino? In questa commedia dell’assurdo, ci sarà posto per un lieto fine?