Riccardo Muti, Bob Wilson, Roberto Bolle: il Festival di Spoleto festeggia la 60esima edizione con una locandina realizzata da Anish Kapoor e si consolida come una realtà culturale che vanta un programma ricercato, ma accessibile al pubblico, sempre all’insegna dell’eccellenza italiana e internazionale spaziando come di consueto fra le arti dall’opera alla musica, dal teatro alla danza alle mostre d’arte.
Sempre più sostanziosi i numeri della 60esima edizione del Festival che vanta 90 titoli e 174 aperture di sipario in tre weekend, dal 30 giugno al 16 luglio, a conferma dell’ottimo stato della rassegna che “non si limita a essere una serie di eventi, ma diventa un mondo sempre più attraente trasformandosi nella strada che tutta la cultura italiana dovrebbe imboccare” come sottolinea il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni
“Quando nel 2008 mi fu affidata la.direzione del festival pensai a una sfida ardua, che era quella di rilanciare un festival in crisi. Nel corso degli anni siamo riusciti a superare le problematiche della precedente gestione e il festival è riuscito a consolidarsi come realtà culturale con competitività ed eccellenza – spiega Giorgio Ferrara, direttore artistico del Festival – Spoleto rappresenta un immancabile appuntamento dal respiro internazionale, ma abbiamo anche cercato di confermare una buona politica dei prezzi per favorire tutti i tipi di spettatori con la partecipazione del pubblico che cresce di anno dopo anno e che nel 2016 ha registrato 80mila presenze. Per questa edizione speciale abbiamo pensato però di aumentate i biglietti del concerto finale il cui incasso sarà interamente devoluto alla città colpita dal terremoto”.
Qualità del Festival è certamente garantita non solo dal cospicuo sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che finanzia il Festival anche quest’anno con tre milioni di euro, ma anche dalla nutrita presenza dei mecenati presieduta da Carla Fendi.
Ricche le diverse sezioni per tutti i palati con una riuscita commistione fra la tradizione e la contemporaneità con uno sguardo particolare alle produzioni internazionali (dalla Cina alla Russia per il teatro), senza dimenticare le eccellenze italiane.
La 60esima edizione del Festival si apre il 30 giugno (in replica il 2 luglio) al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti con Don Giovanni di Mozart realizzato in collaborazione con il Festival di Cartagena a concludere la trilogia Mozart-Da Ponte inaugurata due anni fa all’insegna della regia di Giorgio Ferrara, le scene di Ferretti-Lo Schiavo, i costumi di Maurizio Galanti, James Conlon sul podio a dirigere l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
Il programma musicale si arricchisce anche di Delitto e dovere, operina in un atto unico di Roberto Colla liberamente tratta dal Delitto di Lord Savile di Oscar Wilde (7-8-9 luglio) Mentre si registra il debutto al Festival del Maestro Riccardo Muti con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini che chiuderà il 16 luglio in Piazza Duomo l’edizione 2017 con un programma ancora tutto da scoprire anche se le indiscrezioni parlano di Beethoven e Verdi.
Ancora spazio al Requiem – stringeranno nei pugni una cometa, commissione di Silvia Colasanti (il 2 luglio in Piazza Duomo) omaggio alle vittime del terremoto, ma ci saranno anche i Concerti di Mezzogiorno e i Concerti della Sera, i concerti con le Bande Musicali dell’Esercito, della Guardia di Finanza e della Marina Militare e due incursioni nella musica pop con il concerto di Fiorella Mannoia e la Skripted Orchestra.
Per la danza viene inserito per la prima volta in cartellone (dopo l’evento speciale dell’edizione 2016) il Roberto Bolle&Friends (15 luglio in Piazza Duomo), celeberrimo gala dell’étoile affiancato da stelle internazionali, ma torna per la terza volta al Festival anche Eleonora Abbagnato con Il mito di Medea, balletto in un atto di Davide Bombana in occasione del 40anno dalla scomparsa della Divina Maria Callas (1-2 luglio al Teatro Romano), ma debutta anche il Grupo Corpo, compagnia di danza brasiliana con la direzione artistica di Paulo Pederneiras (7-8-9 luglio al teatro Romano) e la ballerina Simona Atzori insieme ai danzatori del Teatro alla Scala di Milano con La stanza viola (3 luglio al teatro Romano).
E se il teatro resta la “disciplina più vicina alle persone” come ricorda Ferrara, il cartellone include novità fra autori italiani e internazionali. Torna il grande Bob Wilson con Hamletmachine, dramma postmoderno sulla rilettura dell’Amleto di Heiner Muller commissionato dal Festival di Spoleto che vede la collaborazione l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico (dal 7 al 16 luglio presso la Sala Convegni del San Nicolò).
Tornano i russi della compagnia Vachtangov al Teatro Romano (14-15 luglio) con un Oedipus Rex arricchito dalla presenza di un coro greco, ma debuttano due spettacoli che arrivano dalla Cina, Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri, testo di Dario Fo proposto in cinese da Meng Jinghui, il più importante regista teatrale cinese (7-8-9 luglio al Menotti) e Jackie Chan – 11 warriors (al Menotti, 14-15 luglio) spettacolo con 11 ballerini – acrobati fra filosofia Kung fu.
Il teatro italiano vede la presenza di Adriana Asti diretta da Andrée Ruth Shammah con Memorie di Adriana in scena 1-2 luglio al Caio Melisso che ospita anche La scortecata di Emma Dante tratto da Basile (dal 3 al 16 luglio).
Spazio anche alla forza eversiva del teatro con ricci/forte in TroiloVs Cressida e a interessanti autori del panorama italiano: debutta a Spoleto Roberto Saviano con la riduzione teatrale de La paranza dei bambini (1-2 luglio al San Simone), spazio a Stefano Massini con Van Gogh interpretato da Alessandro Preziosi (1-3 luglio all’Auditorium della Stella), al testo capolavoro di Annibale Ruccello, Le cinque rose di Jennifer interpretato da Geppy Gleijeses (14-15-16 luglio), alla qualità dell’Elfo con Atti osceni di Moises Kaufman (14-15-16 luglio all’Auditorium della Stella), Un quaderno per l’inverno di Armando Pirozzi in Sala Frau (7-8-9 luglio).
Genesi, Apocalisse – l’inizio e il compimento (dal 2 al 16 luglio) è il titolo del progetto di Quirino Conti, performance dislocata negli spazi del Caio Melisso, della Chiesa della Manna d’Oro e l’ex Museo Civico che si concluderà con l’installazione di Peter Greenway.
Ricchissima la carrellata di eventi speciali, come il premio Fondazione Carla Fendi o la rassegna dedicata ai 60 anni del Festival 1958-2017. La città nel festival, un festival nella città, ma non mancano una serie di appuntamenti con le più prestigiose firme del giornalismo italiano, da Corrado Augias (da Prassitele a Modigliani, il 15 luglio al Menotti) a Paolo Mieli con Era d’ottobre, sulla rivoluzione bolscevica, da Loenetta Bentivoglio con una lezione – approfondimento su amore e sesso in Mozart (E Susanna non vien, il 1 luglio in sala Pegasus) a Mario Calabresi ed Ernesto Galli Della Loggia. Tutto il ricco programma dei tre weekend del Festival di Spoleto è disponibile in dettaglio su www.festivaldispoleto.com.