Forte del successo della scorsa stagione e di diverse serate sold out, il teatro Ambra Jovinelli di Roma cerca un nuovo pubblico e senza tradire la vocazione originaria di teatro popolare, storico palcoscenico calcato da Petrolini, si reinventa introducendo nel cartellone 2017/2018 non solo commedie, ma anche testi classici riproposti attraverso un attento lavoro di riscrittura per renderli più fruibili al (grande) pubblico.
Ma senza però rinunciare a un certo intento di divulgazione.
“Tutta un’altra storia è il clima scelto quest’anno: rispettiamo la tradizione della.commedia e dell’umorismo, ma nel corso degli anni abbiamo voluto avvicinare questa popolarità anche a testi classici. E per rendere più fruibili i classici li abbiano rivisitati” spiega la direttrice e artistica Fabrizia Pompilio che commenta anche gli otto milioni di euro elargiti alla gestione del teatro Eliseo dopo l’appello di Luca Barbareschi che qualche settimana fa aveva minacciato la chiusura.
“Voglio ribadire che nn esiste una guerra fra teatri, ma quello che è accaduto è uno scandalo di sistema l’elargizione degli 8 milioni alla gestione del teatro Eliseo che nn so i arrivati dal FUS, ma sono stati inseriti all’interno di una manovra correttiva richiesta da Bruxelles all’Italia. Si chiedeva alla manovra di tagliare e siamo in attesa di risposte dal Ministro Padoan affinché possa giustificare la sua scelta discrezionale”.
Attori popolari, testi accattivanti, riscrittura di classici dii facile approccio o riprese di successi della scorsa stagione, sono gli ingredienti di una stagione che si annuncia ricca e un po’ diversa rispetto al solito strutturata in tre filoni abbastanza distinti, quello “naturale” e tradizionale della commedia e degli gli spettacoli esclusivi dell’Ambra Jovinelli, con la ripresa fra dicembre e gennaio di A ruota libera con la regia in diretta di Giovanni Veronesi che riunisce sul palco alcuni fra i amati attori italiani (Haber-Rubini-Papaleo), quello dei classici rivisitati, quello della drammaturgia contemporanea che racconta l’attualità con il sorriso, quello dei classici rivisitati.
Ma è proprio a un testo contemporaneo che viene affidato il debutto di stagione dal 2 novembre con Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere, diretti da Piero Maccarinelli interpreti de Il padre, non di Strindberg, ma di Florian Zeller, una divertente ed emozionante storia sul rapporto fra un padre malato e una figlia.
La drammaturgia contemporanea diventa femminile con Come stelle nel buio, black comedy scritta da Igor Esposito che vede Valerio Binasco dirigere la coppia di attrici Isabella Ferrari e Iaia Forte e con Ingresso indipendente, divertente commedia degli equivoci scritta dal giallista Maurizio De Giovanni con Serena Aurieri e Tosca d’Aquino che chiude la stagione.
Il filone comico e umoristico viene però ben rappresentato da Non ti pago di Eduardo, ultima regia di Luca De Filippo (in scena dal 7 dicembre), da Dì che ti manda Picone, spin off del popolate film qui interpretato da Biagio Izzo, dalla presenza femminile di Teresa Mannino e della sua comicità irriverente in Sento la terra girare, one woman show ispirato alla sua Sicilia, dal debutto di Stefano Ornano in Horny, stand up comedy, elogio all’imperfezione.
Particolarmente consistente proprio quel filone dei classici rivisitati come mai li abbiamo visti.
Si parte con Zio Vanya di Cechov (a febbraio) riscrittura contemporanea di un classico che segna il debutto alla regia “impegnata” di Vinicio Marchioni e che vede sul palco anche l’ex compagno di Romanzo criminale – la serie, Francesco Montanari.
“L’intento è quello di mettere un scena quello che sta accadendo in Italia attraverso la struttura drammaturgica di Cechov” spiega il regista commentando l’adattamento di Letizia Russo.
Sergio Rubini torna invece in scena con Luigi Lo Cascio (ad aprile) per Delitto/Castigo, riscrittura dell’epico romanzo di Dostoevskij.
Marzo però sarà il mese dedicato soprattutto all’importante progetto Grandi italiani di Marco Baliani, Stefano Accorsi e Marco Balsamo che quest’anno sarà rappresentato come intera trilogia.
Sarà la Favola del principe che non sapeva amare (dall’1 all’11 marzo) tratto da Lo Cunto de li cunti di Gianbattista Basile l’ultimo capitolo della trilogia. Mentre dal 13 al 15 marzo Stefano Accorsi e Marco Baliani torneranno all’Ariosto con Giocando con Orlando e dal16 al 18 marzo, torna in scena il Decamerone vizi, virtù, passioni, liberamente tratto dall‟opera di Boccaccio.
Spazio anche a Pierfrancesco Favino, presenza fissa del Teatro romano, che torna in scena con La notte poco prima della foresta di Bernard-Marie Koltès, testo sulla solitudine e sull’oppressione del potere. Info su www.ambrajovinelli.org.