Nel bellissimo scenario del Teatro Romano di Fiesole nessuno spettacolo poteva essere più evocativo per celebrare un luogo così suggestivo. Pochi giorni prima il pubblico è stato informato del cambio di programma: Moni Ovadia non ci sarà, problemi di salute. Al suo posto Mario Incudine, regista, attore e cantante che aveva firmato con il Maestro la regia de Le Supplici nel 2015 al Teatro Greco di Siracusa.
Per il pubblico, anche quello meno scafato che non aveva mai sentito il nome di Incudine, la proposta al Teatro di Fiesole de Il Ciclope canto IX, con la regia di Sergio Maifredi, sarà risultata sicuramente una scoperta piena di sorprese; il giovane artista siciliano ha regalato una performance piena di emozioni, accompagnando con grande grazia ed originalità lo spettatore proprio in quella grotta della Sicilia in cui Ulisse ebbe il suo incontro con Polifemo.
Nessun attore avrebbe potuto con più efficacia di Incudine raccontarci questa storia, quella riportata per iscritto da Omero nel Canto IX dell’Odissea. Decide di farlo però partendo dalla traduzione del Polifemo di Euripide di due grandi scrittori del Novecento: Pirandello e Sbarbaro. Il primo tradusse il canto alla fine della Grande Guerra, Sbarbaro a fine del secondo conflitto mondiale, ma entrambi con lo stesso intento, quello di denunciare la violenza e le barbarie della guerra, come se le immagini che i due scrittori si erano trovati a vivere potessero essere assimilate in quella del Ciclope che divora i compagni di Ulisse. La violenza e la crudeltà senza scopo del gigante era la stessa che stavano vivendo Pirandello e Sbarbaro. Lo spettatore, accompagnato dalla voce e dalla spiegazione di Mario Incudine, con la fantasia e le emozioni passa da un passato fantastico e lontano, a un passato recente e concreto fino ad un presente in cui la crudeltà della guerra non si è assopita, ma anzi, continua a divorare ancora.
Incudine ci prepara una lezione di storia e di letteratura, con qualche piacevo digressione fantasiosa e qualche battuta che lo riporta al presente della sua Sicilia. A fianco di questo bravissimo narratore e cantastorie, il musicista Antonio Vasta, che proprio per questo spettacolo si è cimentato nella composizione di musiche originali. Vasta, con vari strumenti musicali, accompagna la voce e il canto di Incudine.
Una spettacolo questo di grande valore, che non poteva trovare luogo più idoneo per essere rappresentato se non al teatro Romano di Fiesole.