Dopo la riscoperta di opere di Étienne-Nicolas Méhul e di Charles-Simon Catel, il Palazzetto Bru Zane prosegue nella sua esplorazione dei primi decenni del XIX secolo, interessandosi ora alla figura di Antoine Reicha (1770-1836), didatta di riferimento della generazione romantica (Berlioz, Franck, Liszt e Gounod, fra gli altri, furono suoi allievi).
La pregevole produzione di questo compositore è oggetto a Venezia di un festival dal 23 settembre al 4 novembre 2017, composto da 10 concerti che si svolgeranno fra il Palazzetto Bru Zane, il Teatro La Fenice e la Scuola Grande, San Giovanni Evangelista per l’inaugurazione (fra i protagonisti il pianista Ivan Ilić, Christophe Coin, Ex-Novo Ensemble e la preziosa collaborazione con la Chapelle Musicale Reine Elisabeth – prestigiosa istituzione musicale belga che dal 1939 si occupa di promuovere i migliori talenti musicali), da progetti didattici e da conferenze e un convegno a Lucca, realizzato con il Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini.
Giovedì 14 settembre alle ore 18, al Palazzetto Bru Zane, presentazione del programma dettagliato e concerto con brani da opere di Antoine Reicha affidati a Djordje Radevski (pianoforte), in collaborazione con la Chapelle Musicale Reine Elisabeth, prestigiosa istituzione musicale belga. L’ingresso è gratuito.
Questa attività live è stata anticipata nelle ultime settimane da due uscite discografiche: un cofanetto monografico pubblicato da Alpha Classics con la Chapelle Musicale Reine Elisabeth e il primo CD di una serie che Ivan Ilić dedica all’opera per pianoforte di Reicha per Chandos. È stata inoltre preparata la prima edizione moderna di alcune partiture.
Ceco naturalizzato francese, Antoine Reicha frequentò Beethoven e studiò la musica di Haydn prima di trasferirsi nella capitale francese all’epoca dell’Impero. Del suo immenso corpus di musica da camera sopravvivono nel repertorio odierno soltanto i suoi pionieristici quintetti per strumenti a fiato. La qualità delle altre sue partiture, in particolare quelle dei quartetti per archi, impone che oggi si presti maggiore attenzione a pagine che costituiscono un appassionante trait d’union tra il classicismo viennese e il romanticismo francese: tanto più che Reicha, teorico impareggiabile, spinse molto in avanti le ricerche erudite sull’arte di un contrappunto visionario e di un’armonia innovatrice.
Il Festival dedicato a Reicha si compone di otto appuntamenti musicali: inaugurazione sabato 23 settembre (Scuola Grande, San Giovanni Evangelista, ore 20) con il Quatuor Ardeo che esegue i Quartetti op. 49 n. 1 e op. 90 n. 2; domenica 24 settembre (Palazzetto Bru Zane, ore 17), Julien Chauvin (violino), Christophe Coin (violoncello) e Jean-Jacques Dünki (fortepiano) eseguiranno il Trio op. 47, il Duo op. 84, estratti dalle Fughe dell’op. 36 e il Trio op. 101 n. 6; giovedì 28 settembre (Palazzetto Bru Zane, ore 20), il pianista Ivan Ilić eseguirà la Sonata in do maggiore, estratti dal Praktische Beispiele e i Six études dans le genre fugué op. 97; mercoledì 4 ottobre (Palazzetto Bru Zane, ore 20), il Quatuor Girard eseguirà il Quartetto op. 95 n. 1 e il Quintetto con due viole (in collaborazione con la Chapelle Musicale Reine Elisabeth); mercoledì 11 ottobre (Palazzetto Bru Zane, ore 20), i pianisti Victoria Vassilenko, Djordje Radevski e Josquin Otal eseguiranno la Sonata in fa maggiore sul «Flauto magico», la Fuga per pianoforte n. 9, le Variations sur un thème de Gluck, l’Étude per pianoforte n. 29 «L’enharmonique», la Sonata in mi maggiore op. 46 n. 3 (in collaborazione con la Chapelle Musicale Reine Elisabeth); domenica 15 ottobre (Teatro La Fenice, Sale Apollinee, ore 20), l’Ex Novo Ensemble eseguirà Diciotto variazioni e fantasia su un tema di Mozart op. 51 e la Sonata op. 103 intercalate da brani di Ludwig van Beethoven e Carl Philipp Emanuel Bach; sabato 21 ottobre (Palazzetto Bru Zane, ore 17), il Klarthe Quintet eseguirà i Quintetti op. 88 n. 2 e op. 100 n. 5; venerdì 27 ottobre (Palazzetto Bru Zane, ore 20), il Manderling Quartet eseguirà il Quintetto per clarinetto di Reicha e quello di George Onslow insieme alla clarinettista Laura Ruiz Ferreres; domenica 29 ottobre (Teatro La Fenice, Sale Apollinee, ore 20), l’Ex Novo Ensemble eseguirà la Sonata per fagotto e il Grande quartetto concertante di Reicha insieme a brani di Franz Josef Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart; sabato 4 novembre (Palazzetto Bru Zane, ore 17), il Trio Medici eseguirà il Trio n. 2 di Reicha insieme a musiche di Napoléon-Henri Reber (in collaborazione con la Chapelle Musicale Reine Elisabeth).
Completa il programma un approfondimento: martedì 24 ottobre (Palazzetto Bru Zane, ore 18), la musicologa Maria Teresa Arfini terrà una conferenza su Antoine Reicha, un innovatore del primo Ottocento.
Infine, dal 10 al 12 novembre, a Lucca (Complesso monumentale di San Micheletto), avrà luogo il convegno Il professore Reicha: compositore, teorico, didatta in collaborazione con il Centro Studi Opera Omnia Luigi Boccherini.
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Cenni biografici su Antoine Reicha
Originario di Praga, Antoine Reicha (o Antonín Rejcha) fu, oltre che uno stimato compositore, uno dei più importanti teorici e pedagoghi della prima metà del XIX secolo. Orfano di padre assai presto, ricevette la sua prima formazione dallo zio, il compositore e violoncellista Joseph Reicha. Nominato Konzertmeister del teatro di Bonn nel 1785, lo zio portò con sé il nipote, il quale ottenne un posto di flautista nell’orchestra di quell’istituzione, accanto al giovane Beethoven, allora violista. Questa fase della sua vita ebbe termine nel 1794 con l’occupazione della città da parte dell’esercito rivoluzionario francese. Antoine si recò allora ad Amburgo, poi a Parigi e infine a Vienna, ove completò la propria formazione, in particolare, presso Salieri. Nel 1808 si insediò definitivamente in Francia. Benché considerato come un compositore di musica «tedesca», grazie alla sua sapienza nel contrappunto nel 1818 fu nominato professore al Conservatorio di Parigi. Fu in questo periodo che scrisse la maggior parte delle sue opere teoriche, tra le quali il Traité de haute composition (1824-1826), pervaso da una costante preoccupazione per l’equilibrio e per la razionalità, e in cui Reicha dà prova di un’eccezionale chiaroveggenza riguardo al futuro. Il suo insegnamento aperto al progresso influenzò profondamente artisti come Berlioz, Liszt, Gounod e Franck. Naturalizzato francese nel 1829, nel 1835 ottenne la consacrazione definitiva con la chiamata all’Institut. Oggi pressoché dimenticata, la sua opera (che comprende numerosi brani per pianoforte e per strumenti a fiato) oscilla tra l’espressione di una levità ereditata dal classicismo e un gusto marcato per la sperimentazione teorica, al limite della visionarietà (Quatuor scientifique, fughe per pianoforte).