Prima nazionale
di Bertolt Brecht
versione scenica di Emanuele Aldrovandi | diritti del testo Suhrkamp Verlag
regia Francesco Frongia
con Luigi Aquilino, Edoardo Barbone, Denise Brambillasca, Gaia Carmagnani, Eugenio Fea, Ilaria Longo, Simone Previdi, Alessandro Savarese, Valentina Sichetti, Irene Urciuoli, Daniele Vagnozzi
scene e costumi Erika Carretta | disegno luci Fabrizio Visconti | direzione tecnica Silvia Laureti | assistenti alla regia Giacomo Ferraù, Giampiero Pitinzano | realizzazione scene e costumi Laboratorio Paruta
si ringrazia il Teatro dell’Elfo per il materiale scenico fornito
produzione Accademia dei Filodrammatici
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Tamburi nella notte è la seconda opera teatrale di Brecht ma la prima a essere messa in scena negli anni difficili del primo dopoguerra. Inizialmente il testo, che nel 1922 ottiene il Premio Kleist, il maggior riconoscimento letterario della Repubblica di Weimar, viene definito dramma dallo stesso Brecht. Tuttavia, nella successiva revisione diventerà commedia. L’azione si svolge in una notte del novembre 1918 mentre a Berlino si prepara la rivolta spartachista. È una commedia ambigua in cui la ribellione contro le convenzioni dipinge una vicenda che spezza ogni possibile idealizzazione romantica dei fatti.
I coniugi Balicke vogliono imporre alla figlia il matrimonio con un giovane arricchitosi con le speculazioni post belliche. Anna, la figlia, aspetta ancora il suo ex, un soldato ormai dato per morto, ma il matrimonio con il nuovo fidanzato non si può più rinviare a causa dello stato della ragazza. Si tratta del tipico matrimonio d’interesse borghese a cui è difficile ribellarsi. Quando inaspettatamente riapparirà Andrea, il perduto amore, Anna andrà in crisi e mentre nella città il rullo di tamburi incita alla rivolta, una nuova forza e consapevolezza si farà strada nei due giovani ex fidanzati. La rivolta privata dovrà confrontarsi con le proteste che agitano la città mentre una luna rossa osserva i loro turbamenti giovanili.
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Gioia o rivoluzione?
Ho sempre pensato che per essere rivoluzionari fosse necessario essere romantici e che per fare la rivoluzione bisognava saper sognare. Ma cosa succede quando il privato si scontra con il pubblico? Cosa spinge i personaggi di quest’opera giovanile di Brecht a non aderire ai moti rivoluzionari per richiudersi nel luogo più intimo per una coppia di giovani amanti? In “Tamburi della notte” con ironia e sarcasmo, Brecht ci mette di fronte a questa scelta. Il reduce che torna dalla guerra scopre di essere stato rimpiazzato dai geni-tori della fidanzata con un candidato migliore, più ricco, ma soprattutto più sano e questa situazione lo spinge in un primo tempo a rifiutare la ragazza per unirsi alla rivolta spartachista, ma poi, in un impeto di romanticismo, a lottare per riaverla, se pur “disonorata”. E così dice addio ai sogni e alle utopie rivoluzionarie per costruirsi un privatissimo sogno piccolo borghese dove rifugiarsi e costruire un futuro più convenzionale ma, forse, più si-curo. Questa decisione finale, così inusuale per un autore “ideologico” come Brecht, pone lo spettatore davanti a una scelta molto contemporanea: dover decidere se “passare dalla simpatia all’antipatia nei confronti del protagonista, senza il soccorso di appropriati effetti di straniamento”. A distanza di molti anni questo testo poco frequentato ci permette di confrontarci con il nostro bisogno di ribellione, con la necessità che abbiamo di rifiuta-re un mondo che non ci assomiglia e di provare a costruire il nostro ideale. Cercando di raggiungere quel luogo impossibile che è l’utopia dobbiamo imparare a guardare dentro di noi, a accettare chi siamo e quello che vogliamo essere nella società. La costruzione dell’ utopia parte da noi e forse le nostre scelte private possono migliorare poco alla volta il mondo che ci circonda.
Francesco Frongia
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Due ragazzi si amano. Lui parte per la guerra. Lei resta ad aspettarlo, sperando che torni. La guerra finisce e lui non torna. Lo danno per morto. Lei lo ama ancora, ma spinta dalle pressioni della famiglia, accetta di sposare un altro. Proprio in quel momento lui riappare, generando conflitti, esteriori e interiori, difficili da ricomporre.
Il plot di “Tamburi nella notte” è una storia d’amore che può essere universale, nella sua semplicità, ma ciò che rende particolare questo testo giovanile di Brecht è che in un contesto del genere – la Germania del 1919 che, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, affronta la rivolta Spartachista guidata da Rosa Luxemburg – il protagonista finisca per scegliere l’amore e voltare le spalle agli ideali rivoluzionari. Questa scelta stupisce molto, anche in relazione alle opere successive di Brecht, ma rende il testo estremamente interessante soprattutto per noi, che viviamo in un’epoca di grande disimpegno, in cui non solo gli obbiettivi privati vengono quasi sempre messi davanti agli obbiettivi collettivi, ma sembra addirittura che stia andando a sparire una dimensione collettiva in cui sarebbe possibile anche solo immaginare il contrario.
Senza dare giudizi, questo testo ci pone delle domande a cui è difficile rispondere, sul rapporto fra sfera pubblica e sfera privata, sul valore che diamo ai nostri ideali e a i nostri sentimenti, sul ruolo dell’individuo nella società e in un certo senso sulle conseguenze storiche delle scelte dei singoli.
Emanuele Aldrovandi
“Credo non ci sia, nella letteratura di quegli anni, una raffigurazione più atroce e viva-mente drammatica dei tragici avvenimenti che videro, nei primi mesi del 1919, il fallimento del moto rivoluzionario dello spartakusbund”.
Paolo Chiarini
“ Tra i miei primi lavori teatrali, la commedia “Tamburi nella notte” è la più ambigua. In essa la ribellione contro una convenzione letteraria da respingere rischiò di coinvolgere nella condanna un grande movimento di rivolta sociale. Se la vicenda fosse stata svolta in mo-do “normale”, ossia
convenzionale, il reduce che aderisce alla rivoluzione perché la sua ragazza si è fidanzata con un altro, avrebbe riacquistato o perduto definitivamente la ra-gazza, ma in entrambi i casi non avrebbe abbandonato la rivoluzione.
In “Tamburi nella notte” il reduce Kragler riottiene la fidanzata, sia pure “disonorata”, e volta le spalle alla rivoluzione. Questa appare senz’altro la più infelice di tutte le varianti possibili, anche e soprattutto perché è avvertibile una certa simpatia da parte dell’autore”.
Bertolt Brecht
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DATE E ORARI DI RAPPRESENTAZIONE
martedì, giovedì e sabato 21.00
mercoledì e venerdì 19.30
domenica 16.00
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BIGLIETTI
Intero: 22.00 euro | ridotto convenzionati: 18.00 euro | ridotto under 30: 16 euro | ridotto over 65 e under 18: 11 euro | online con prezzo dinamico: da10 euro
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