Portare in scena una delle opere che cambiò lo stile della letteratura francese ed europea non è cosa semplice. Viaggio al termine della notte, romanzo del 1932 che consacrò Louis Destouches (in arte Louis-Ferdinand Céline) come uno dei più influenti scrittori del XX secolo rivive nelle parole di Elio Germano.
La messinscena teatrale nasce dalla fusione tra la capacità interpretativa ed evocativa dell’attore e l’apporto musicale di Laura Bisceglia al violoncello, Ambra Chiara Michelangeli alla viola e Elena De Stabile al violino. Il tutto sapientemente gestito dalla chitarra ma soprattutto dagli effetti sonori e vocali live di Teho Teardo. Adattato sotto forma di monologo dunque, il romanzo prende vita in sordina e procede per sbalzi e picchi ora narrativi ora fortemente emotivi, restituendo agli spettatori la bellezza delle parole dello scrittore francese in un’atmosfera onirica e inclusiva, forse anche troppo.
“La maggior parte della gente non muore che all’ultimo momento; altri cominciano e si prendono vent’anni d’anticipo e qualche volta anche di più. Sono gli infelici della terra.” Lo smarrimento dell’uomo degli anni Venti è il fulcro del romanzo e delle riflessioni del protagonista, Ferdinand Bardamu, reduce di guerra e sopravvissuto in un mondo a cui non si sente più di appartenere. Il pessimismo e lo stato di rassegnazione in cui versa l’uomo trapelano da ogni angolo del palco privo di scenografia, sempre in penombra, in cui l’unica luce proviene dalla lampada da tavolo di Germano, chino sui fogli dietro i quali si nasconde.
Manca forse un pizzico di dinamicità all’azione scenica, giocata con efficacia fra l’alternanza di musica e voce, ma priva di un ulteriore guizzo che la renda più coinvolgente.