Quali sono le implicazioni e le conseguenze del conflitto fra l’esercizio della libertà di stampa e il possibile abuso da parte di coloro che fanno comunicazione nella nostra società moderna? È questo il dilemma morale che presenta Il penitente, nuovissimo testo per il teatro (del 2016) del Premio Pulitzer (per Glengarry Glen Ross) David Mamet, tradotto, interpretato e diretto da Luca Barbareschi che debutta il 7 novembre (ore 20) sul palco del Teatro Eliseo di Roma (fino al 26 novembre).
“Sono molto orgoglioso di questo testo che nasce dalle chiacchierate fatte negli ultimi anni con Mamet – esordisce Barbareschi che già da due anni a questa parte ha inaugurato il progetto Mamet all’Eliseo – Per scrivere questo testo, Mamet si è ispirato a un fatto realmente accaduto, la storia di uno psichiatra che, rispettando il giuramento di Ippocrate, ha rifiutato di denunciare i propositi omicidi di un suo paziente”.
Tragedia modernissima, dilemma morale, Il penitente racconta la storia di uno psichiatra, Charles, interpretato da Barbareschi, che si rifiuta di testimoniare in tribunale a favore di un suo paziente che è accusato di avere compiuto una strage: suo malgrado a essere accusato di omofobia diventando il bersaglio di un gogna mediatica e giudiziaria alla mercé di un pubblico sempre pronto a trovare un nuovo colpevole con conseguenze distruttive per la sua vita pubblica e privata.
“Il penitente ha una drammaturgia incandescente con colpo di scena finale – ricorda la Dramaturg Nicoletta Robello Bracciforti, in residence all’Eliseo – e che pone la fede nell’altro come alternativa a cui che è giusto o sbagliato”. Ed è un lavoro estremamente complesso che contempla “un testo e un sottotetto che la regia deve essere in grado di mettere in evidenza” sottolinea Barbareschi.
Il testo, diviso in otto scene, organizzate in otto atti di confronto tra marito e moglie, con la pubblica accusa e con il proprio avvocato, affronta temi importanti, dalla strumentalizzazione della legge all’influenza e alla responsabilità della stampa che finisce anche distruggere la vita privata di un individuo ancor prima che sia dichiarato colpevole fino al ruolo salvifico della religione.
Ho scelto questo lavoro di Mamet – continua Barbareschi – perché è una lucida analisi del rapporto alterato tra comunicazione, spiritualità e giustizia nella società contemporanea. ‘Il penitente’ è la vittima dell’inquisizione operata dai media. È ciò che accade all’individuo quando viene attaccato dalla società nella quale vive ed opera, quando la giustizia crea discriminazione per avvalorare una tesi utilizzando a questo fine l’appartenenza religiosa. A cosa può servire rivendicare la ragione se, come dice Mamet, ciò significa isolarsi, uscire dal coro ed essere puniti per questo?”
Nel ruolo di Kath, moglie di Charles, Lunetta Savino alle prese con un personaggio difficile e la complessità della “lingua del drammaturgo che influenza anche la recitazione”.
“Il teatro Eliseo sta diventando un posto speciale – sottolinea orgogliosamente Luca Barbareschi – in controtendenza di chi si sta allontanando dalla Capitale, ho creduto in questa città e ho investito in un progetto culturale.
Sono ormai passati due anni da quando il Teatro Eliseo è rinato con la gestione di Luca Barbareschi, direttore artistico dello storico teatro romano: fra produzioni, teatro, cinema, musica e proposte di tutti i tipi, il brand Eliseo, funziona e crea un tipo di meccanismo e atmosfera diversa percepita dal pubblico e dagli attori.
“Barbareschi ha creato due spazi dove si sperimenta la drammaturgia contemporanea e sta alimentando il teatro” conferma con entusiasmo Lunetta Savino che si trova sulla stessa lunghezza d’onda di Massimo Reale, che nel testo di Mamet interpreta il ruolo di Richard sottolinea “l’importanza di far parte di un meccanismo che regala e restituisce responsabilità etica al lavoro dell’attore” e di Duccio Camerini nel ruolo dell’avvocato che parla di “emozione e responsabilità nel recitare in questo testo che regala il gusto dell’ambiguità pericolosa, l’elemento più spiazzante e peculiare di Mamet”.
“Siamo salvi non grazie al Fus, ma all’intervento bipartisan delle istituzioni. La verità è che il teatro sta morendo ed è impossibile pensare di sopravvivere con il fondo inadeguato del Fus – è il nuovo, ennesimo appello di Barbareschi alle istituzioni- Il teatro italiano ha bisogno di un’altra legge di spettacolo ed è necessario pensare alla funzione del teatro. Se crediamo che il teatro sia parte della nostra vita la legge deve cambiare: non è è possibile che a Roma e che in Italia il teatro si stia spegnendo”.
Il penitente, che ha debuttato con successo al Napoli Teatro Festival lo scorso luglio, debutterà in anteprima al Teatro Tor Bella Monaca (dal 3 al 5 novembre) che prosegue la straordinaria collaborazione con il Teatro Eliseo. Dal 7 al 26 novembre, biglietti da 20 a 40 euro, info su www.teatroeliseo.com e www.vivaticket.it.